C’è tempo fino alle 20 per chiudere definitivamente la partita. Del resto si sa, quando l’arbitro fischia c’è sempre chi gioisce e chi invece è costretto a tornare a casa con in mano un pugno di mosche. Succederà anche all’ex sottosegretario Nicola Cosentino? Il rebus è ancora difficile da decifrare anche se gli ultimi rumors dicono che la sua posizione in lista è ormai sempre più certa. Eppure in Campania, a poche ore dalla presentazione delle liste, e soprattutto dopo una notte di trattative a Palazzo Grazioli, sono ancora diversi i nodi da sciogliere, in primo luogo questa discussa e biasimata candidatura.
Fino a ieri la situazione di Cosentino era stata definita dallo stesso Silvio Berlusconi in una intervista a Sky ancora “sub judice”, oggi invece sembra che il politico di Casal di Principe l’abbia quasi spuntata. Nonostante il mancato placet di Angelino Alfano (sostenitore delle liste pulite, dunque senza indagati) e l’opposizione del governatore della Campania Stefano Caldoro. Del braccio di ferro notturno andato in scena stanotte nei palazzi romani sembra sia stato protagonista proprio Nicola Cosentino, mina vagante per il partito nel caso in cui la sua candidatura non venisse ufficializzata.
L’ex sottosegretario pidiellino infatti, secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, avrebbe minacciato di ritirare i suoi consiglieri e far cadere le giunte, in modo da far perdere le elezioni al Popolo della Libertà. Per Cosentino infatti, se non dovesse essere eletto al Senato, potrebbero aprirsi le porte della galera. Tra i cosiddetti impresentabili – contrariamente all’ex sottosegretario -c’è chi invece ha già seppellito l’ascia di guerra.
Si tratta di Marco Milanese, deputato Pdl coinvolto in diverse inchieste giudiziarie, che ha già annunciato di ritirare la sua candidatura. Non mollano la presa invece e sfidano i vertici di partito Alfonso Papa e Mario Landolfi. Confermata l’esclusione anche per il senatore Raffaele Lauro che ufficialmente annuncia il suo divorzio dal partito. Intanto sulle polemiche nate intorno alla pulizia delle liste tuona anche il leader di Sel Nichi Vendola, con espliciti riferimenti alla camorra, per quanto riguarda le candidature e le scelte discutibili del centrodestra.
Tuttavia non è la Campania la sola regione in cui stanno emergendo problemi legati alle liste. In Abruzzo infatti a fronte dell’inserimento in lista dell’ex Idv Domenico Scilipoti, passato di recente tra le fila berlusconiane, i dirigenti locali del Pdl capeggiati dal governatore Gianni Chiodi minacciano di dimettersi dal partito. La battaglia sulle liste ha aperto dunque un nuovo fronte all’interno del Pdl, fatto di vecchie rivendicazioni e big esclusi. Berlusconi e i suoi fedelissimi dovranno per l’appunto fare i conti non solo con i vecchi protagonisti della politica (in alcuni casi esclusi dalle liste) ma anche con i rappresentati del territorio, che si battono contro i «paracadutati», ovvero i candidati non espressi dal territorio. Troppe polemiche, troppi malcontenti. Insomma, far quadrare il cerchio non è una cosa semplice. Una cosa però sembra certa, l’unità politica è ancora molto lontana.