Ci sarà un motivo se, in appena otto mesi, lo svizzero dalla cresta bionda ha già collezionato 2075 minuti in maglia azzurra, meno solo di Cavani ed Hamsik. I numeri parlano, tanto quanto le prestazioni. Caparbio e grintoso, non a caso è già per tutti “Il valoroso Valon”. C’è da stringere la mano a Bigon, che il 16 Luglio scorso ultimò l’acquisto dell’ex viola per 8 milioni di euro. Un passato roseo, un futuro che promette bene, con un contratto quinquennale ai piedi del Vesuvio. Non c’è avversario che non lo tema. Instancabile, puntiglioso, forse solo un po’ troppo falloso. Il guerriero della nuova mediana azzurra, compagno di Nazionale dei già presenti Inler e Dzemaili, non ha sprecato un minuto per mettersi in luce. E a chi ha pianto lacrime amare per l’addio di Gargano ha risposto come meglio poteva. Poche parole, basta guardarlo in campo per tirare le somme: i migliori soldi spesi del mercato estivo.
IL “PUPILLO” DEL SAN PAOLO – Ad accompagnare le crescita dello svizzero la stima del popolo partenopeo che l’ha già reso eroe. Per lui solo applausi e standing ovation (nelle rare occasioni in cui lascia il campo prima del termine della gara). Un valore aggiunto quando si tratta di recuperare palloni. Ovunque ce ne sia bisogno, sembra quasi sdoppiarsi. Così Napoli ha saputo apprezzarlo ed amarlo. Dagli spalti riecheggia spesso il suo nome. La storia ci ha raccontato dei più grandi gladiatori che, all’urlo della folla, si trasformavano in bestie feroci; non è da meno Valon che si accende di minuto in minuto, garantendo fiducia e sicurezza. Il San Paolo accompagna il suo “ringhiare” con una dose consistente di entusiasmo. Beniamino di grandi e piccini, apprezzatissimo dai compagni di squadra e da mister Mazzarri, che davanti ai complimenti non si tira mai indietro. Nonostante il benvenuto, tutt’altro che piacevole, datogli da una banda di criminali nei primi mesi azzurri, Valon si è da subito innamorato delle meraviglie della città e di chi ogni giorno la riempie di vita. Una difesa, la sua, che va oltre il campo. Affetto e stima che “coccoleranno” al meglio il nuovo pupillo di casa Napoli; nella speranza che sia solo l’inizio di un percorso da incorniciare.
DA GUERRIERO A JOLLY – A Mazzari il merito di aver scoperto un nuovo ruolo da affidargli. Prima col Chievo, poi con l’Atalanta; a gara in corso il cambio di modulo (4-3-1-2) e una posizione tutta nuova: da centrocampista a “schermo” di difesa. La rinuncia di un difensore e l’aggiunta di un esterno che restituisca velocità e freschezza al gruppo. Non è un caso che il gol di chiusura del match contro l’Atalanta sia partito dai piedi di Armero, nuovo entrato sul versante sinistro. Chissà se Behrami si ispiri a Mascherano o a De Rossi; una cosa è certa, la versatilità è l’arma vincete che fa di un semplice giocatore un gioiellino da tenersi ben stretto. Nella speranza che la nuova chiave tattica apra la mente di Mazzarri, almeno finchè il suo matrimonio azzurro non arrivi al divorzio.