Stadio Dall’Ara. Stessi attori e registi. Stesso pubblico. Stesso mese, ad un anno di distanza. Dalle lacrime amare di un sogno ormai infrantosi, al palcoscenico che profuma d’Europa.Il settore ospiti è tinto d’azzurro, la bandiera della Champions pronta ad essere srotolata sulle teste dei 5000 accorsi a Bologna. C’è voglia di rivalsa per la doppia sconfitta incassata nella prima parte di campionato, ma c’è, soprattutto, la voglia di chiudere i conti. E lo fa bene il Napoli. Fuori Gamberini per Rolando; Pandev lascia spazio al giovane Insigne, questi gli unici due cambi ad inizio gara. Approccio deciso. Napoli subito a caccia del gol, Bologna un po’ più delle gambe avversarie. Ne paga le spese Behrami (che forse non è d’acciaio come qualcuno credeva) costretto al 23’ a cedere il suo posto al connazionale Gokhan Inler. Protagonista assoluto il nervosismo dei rossoblu, in cerca di riscatto dopo la figuraccia rimediata all’Olimpico. Napoli poco lucido nelle conclusioni, passaggi fuori misura e schemi che saltano. I primi 45’ terminano a reti inviolate.
Nella ripresa, bastano 14’ per restituire agli uomini di Pioli il “favore” dell’andata. Ad aprire le danze ci pensa Marek Hamsik che, per l’ennesima volta, prende per mano la squadra e la conduce al vantaggio. Zuniga per Dzemaili, che scarica su Hamsik: col destro si smarca, col sinistro fa gol. Lo slovacco torna ad aggiustarsi la cresta. 10 minuti di gloria, poi un’azione da manuale del contropiede, sposta i riflettori sul Matador. Cannavaro rilancia lungo per Insigne che mette giù, scatta in profondità e serve Cavani tra le linee. Arriva tardi Stojanovic, che in uscita lo stende. Non ha dubbi Massa: dal dischetto, Cavani sale a quota 102. Ma la giostra continua a girare e al 67’ ci pensa Dzemaili a chiudere definitivamente il match-ball che consegna agli azzurri l’accesso diretto in Champions League.
Dal settore ospiti intonano le note del soldato più famoso del mondo, ma gli occhi cadono sulla panchina. E’ già festa e Mazzarri a fatica trattiene l’entusiasmo. Baci a abbracci per i suoi ragazzi. Lo fa con Insigne, che restituisce il posto al macedone. Il talentino di casa lascia il campo incitando i tifosi, corre dal mister, ma stavolta non basta una stretta di mano, la gioia la si legge negli occhi di entrambi. Un abbraccio veloce, un bacio che sa di soddisfazione, come un padre fiero di suo figlio. La scena si ripete con Marek Hamsik: Mazzarri sa bene che su di lui si può contare e ancora una volta si è reso protagonista. Uno sguardo d’intesa e un abbraccio che sembra voglia dire “ce l’abbiamo fatta”. Il leader indiscusso non ha tempo per sorridere, accerchiato dai compagni che fanno di lui l’eroe della gara, scalpita in attesa del fischio finale. Due minuti di recupero, Massa fischia e dice che può bastare. E’ festa grande, ancora baci e abbracci sotto gli occhi dei napoletani . Armero balla. Behrami e Cavani immortalano le emozioni. Mazzarri si gode la festa, non è tempo di pensare al futuro. Poi tutti pronti ad inchinarsi davanti al loro pubblico, come attori a fine spettacolo, perché quest’ultimo atto è degno di applausi e lacrime di gioia. Perché finalmente siamo tornati grandi.