Sembra prevalere con maggiore insistenza la pista del suicidio nelle indagini sulla morte dell’uomo trovato carbonizzato ieri sera all’interno di una Polo Volkswagen nel parcheggio all’aperto dell’Ipercoop ad Afragola.
Secondo le indagini il corpo carbonizzato sarebbe di Antonio Luciano, 30 enne residente a Calata Capodichino, sposato e padre di una figlia di pochi mesi. L’uomo lavorava nel settore della manutenzione delle piscine ed era alle dipendenze di una ditta che quest’anno lo aveva licenziato due volte e poi riassunto. In questo ultimo periodo era riuscito a riprendere il lavoro, ma avvertiva un senso di precarietà sul suo futuro.
In base alle testimonianze raccolte dagli agenti del commissariato di Afragola, negli ultimi tempi appariva stressato e preoccupato.
Da una prima ricostruzione è emerso che ieri pomeriggio Luciano, al termine della giornata lavorativa, sarebbe dovuto recarsi a casa del padre per restituirgli un fornello a gas da campeggio. Pare che invece si sia fermato, a bordo della sua auto, in un punto isolato del parcheggio del centro commerciale di Afragola.
Erano circa le 21.30 quando un passante ha udito un boato e visto la vettura avvolta dalle fiamme, con un uomo che si dibatteva all’interno, urlando. Il testimone ha immediatamente chiamato i soccorsi, ma non c’è stato nulla da fare. Il cadavere di Luciano si trovava al posto di guida con il sedile reclinato all’indietro. Proprio questo particolare, in attesa di ulteriori accertamenti tecnici, rafforzerebbe l’ipotesi del gesto deliberato rispetto a quella dell’incidente. Anche il fatto che l’auto fosse parcheggiata in una zona isolata del parcheggio, dopo la chiusura del centro commerciale, farebbe propendere per il suicidio.
Nei pressi del veicolo il testimone non avrebbe notato nessun movimento sospetto. Gli inquirenti al momento sono impegnati a ricostruire gli spostamenti della persona deceduta attraverso i tabulati telefonici e le testimonianze di amici e parenti.
Ester Veneruso