Michele Bellame
Napolinews24
Il Pubblico Ministero della Procura di Napoli, Dott. Giuseppe Cimmarotta della Sezione Tutela Fasce Deboli, interviene telefonicamente ai microfoni di Barba & Capelli in onda quotidianamente su Radio CRC Targato Italia: “L’attività di prevenzione viene sì svolta dalle forze dell’ordine. Spetta a noi della magistratura dividere i casi per priorità: nessun caso è uguale ad un altro. Il caso di specie di Terzigno, questo tizio già si presentava minacciando questa donna, e questo aveva indotto al pubblico ministero presso la procura di Nola non i soliti deterrenti, ma a chiedere gli arresti domiciliari. Misura prima concessa dal gip e poi revocata dal tribunale del riesame. E’ probabile che al di là degli episodi registrati, forse aveva indotto il tribunale del riesame a stabilire le tipiche misure di restrizione ed evitare gli arresti domiciliari.
Mi permetto di affermare che neanche gli arresti domiciliari, ma solo il carcere, avrebbe potuto placare questo raptus di follia omicidia. In certi casi, l’attività dev’essere particolarmente efficace: esistono parecchi centri antiviolenza sul territorio quindi è opportuno che una persona che si ritiene maltrattata, può chiedere soccorso a questi presidi che sono particolarmente funzionanti, oltre ai centri di servizi sociali. Esistono sia donne che uomini vittime di stalking, quindi questi centri possono introdurre ad un percorso di tutela“.