Dal 12 al 17 aprile al Piccolo Bellini di Napoli Murìcena Teatro e Fondazione Teatro di Napoli, con il sostegno dell’Associazione Teatro Colosimo, presentano il debutto di “Human farm 2020” di Massimo Maraviglia, diretto da Rosa Masciopinto, con Marianita Carfora, Antimo Casertano e Raffaele Parisi. Lo spettacolo, che vuol parlare ad un pubblico quanto più vasto possibile, è liberamente ispirato alle opere di George Orwell ed ambientato in un immediato futuro in cui la presenza dei social media è sempre più forte. Murìcena Teatro è la prima compagnia professionista ad essersi formata all’Accademia di Teatro del Bellini e, dopo un percorso autonomo, ritorna nel luogo dove è nata. La direzione dello spettacolo è stata affidata a Rosa Masciopinto, già loro docente in accademia dove gli attori avevano iniziato un percorso di ricerca su nuovi stili e linguaggi teatrali. Il nome del gruppo “murìcena” deriva dal napoletano macerie del ‘600 per indicare la volontà di ricostruire un futuro diverso in cui la cultura diventi parte integrante del processo di formazione e crescita sociale. Attualmente la compagnia sta realizzando un laboratorio di teatro nello Spazio Comunale Piazza Forcella destinato ai giovani del quartiere per il progetto Percorsi d’Arte e per la messa in scena di “Human farm 2020” ha la possibilità di collaborare con l’Associazione Teatro Colosimo, che vuol far conoscere il mondo del teatro ai ragazzi non vedenti e ipovedenti.
Sinossi Georges Orwell scrive 1984 trentasei anni prima della data reale. Il 2020 sarà esattamente trentasei anni dopo. Se nel romanzo originale un’entità centrale controllava tutto e costringeva tutti a una vita di grigiore e di sospetti reciproci, in “Human farm 2020” tutti controlleranno tutti in un clima di apparente libertà e di disperata frivolezza. Se la rete e i social media dipenderanno ancora dalla corrente elettrica, sarà lo stesso per la vita di noi tutti. E se venisse meno? Come reagirebbe una fattoria di umani?
Note di regia Questo spettacolo è la storia di tre persone che scelgono di rinchiudersi in una ‘fattoria umana’ dominata da un monitor in cui si agita il loro stesso mondo: uno schermo che può spegnersi solo se manca la corrente, uno specchio sociale dominato da un Grande Fratello che altro non è che la tecnologica composizione dei protagonisti. “HUMAN FARM 2020” è la storia dell’ultima fase di una gara crudele, di un gioco di cosiddetta distrazione di massa che mette in palio la morte: quella buona, però, quella senza dolore. Se veramente – a dirla con G. Debord – lo spettacolo rappresenta la struttura della società dei consumi, se il mondo reale si confonde con le sue immagini, se non si prova più gioia né pudore nell’avere segreti e si continua a confondere il vero con il falso, forse è lecito supporre con Z. Bauman che i social network, grazie alla nostra attiva partecipazione, stiano diventando il luogo deputato di sorveglianza senza sorveglianti dei molti sui molti. Massimo Maraviglia, autore di “HUMAN FARM 2020” , sostiene che il progressivo annientamento di emozioni e pensieri dovuto all’ipervisibilità ci sta facendo ammalare di nichilismo. Nella traduzione per la scena questa malattia l’abbiamo voluta considerare come terminale, assumendoci la responsabilità di ammettere che morire senza soffrire sembra sia ormai l’unica alternativa possibile e di sostenere che la necessità di un vero e libero arbitrio può ancora affrancarci dal ruolo di vittime consenzienti. Affrontare contenuti potenti e coraggiosi è stata un’opportunità straordinaria per mettere a fuoco un punto di vista preciso sull’umanità della società in cui vivo. Così come quella di poter trasformare la mia pedagogia in un linguaggio teatrale vero e proprio, dato che ho potuto lavorare con attori ai quali ho insegnato quando erano allievi e che ritrovo adesso come Murìcena Teatro, compagnia professionista e prima creatura dell’Accademia del Teatro Bellini di Napoli. L’analisi del testo di Massimo Maraviglia, raffinato creatore di continui “dissesti cognitivi” nei dialoghi, nei giochi e nelle relazioni, ha permesso a me e agli attori la messa a fuoco di uno stile fatto di stili, godendo del gran gusto che sa regalare l’artificio teatrale. La collaborazione con VisionArea Studio, team di giovani videomaker che si sono generosamente lasciati coinvolgere in questo progetto, ci ha permesso la ricerca di un’immagine ispirata dalle intuizioni di George Orwell, ma cercando di evitare l’abuso che tanto cinema e letteratura ne hanno fatto: un’immagine nuova, creata a partire dal concetto che il Grande Fratello siamo noi. Ed è stata la generosità a nutrire lo sviluppo del progetto “HUMAN FARM 2020“, permettendomi di lavorare con un entusiasmo che non sentivo da molto tempo. Rosa Masciopinto
Orari: dal martedì al sabato ore 21.15; domenica ore 18.30.
PROMOZIONE #insiemeateatro: “L’uomo di fumo” e “Human farm” al Piccolo Bellini, acquista i biglietti per entrambi gli spettacoli e ne paghi solo uno!
Teatro Piccolo Bellini via Conte di Ruvo, 14 – Napoli
Info e prenotazioni: botteghino aperto lun – sab, 10.30-13.30 e 16.00-19.00 – domenica 10.30-13.00 - tel. 081.5491266.
Ester Veneruso