La sensazione di essere arrivati al primo giro di boa tutt’altro che soddisfatti, è questa che si respira nell’aria di Napoli. Ieri, con la partita a Siena, si è conclusa la prima fase di questo campionato. Polemiche e delusione hanno accompagnato un pomeriggio di domenica poco piacevole per tutti coloro che amano quella maglia. Siena-Napoli, sarebbe dovuto essere il match da cui ripartire, ma la squadra di Mazzarri dovrà approfittarne nel prossimo incontro per riaccendere le aspettative dei suoi tifosi. Un Siena determinato, con la voglia di vincere, con una difesa ben piazzata, pronta a chiudere quelle che ormai sono diventate le uniche strade accessibili al Napoli, ovvero le fasce. Bloccato il gioco lì, la squadra continua a perdersi in un bicchiere d’acqua. Poca lucidità, scarso spirito di sacrificio, passaggi azzardati e per lo più imprecisi, difesa scoperta, palloni buttati al vento e l’ennesimo rigore fallito. Queste le note dolenti di un incontro deludente. Se poi si aggiunge la pressione che arriva dall’esterno su una squadra, più volte definita “grande” ma, ancora impreparata a reggere alti livelli di gioco, allora ecco che si persevera nell’errore. Colpe da attribuire non solo alla rosa. Piovono critiche anche su Mazzarri e sull’interà società. Un allenatore che continua a ribadire che la squadra non è all’altezza e merita il settimo posto, che purtoppo ogni volta non si è fortunati o, contrariamente, che la squadra avversaria lo è stata fin troppo. Un allenatore che, nonostante gli errori evidenti di una difesa poco attenta, continua a schierare il suo solito modulo ritenendo che “il Barcellona non cambia facilmente”, quasi peccando di presunzione e scatenando l’ira di chi non è d’accordo. C’è chi addirittura ha ritenuto le sue dichiarazioni una sorta di provocazione nei confronti di De Laurentiis. E’ ovvio che, nonostante si sia fatto amare abbastanza, la rabbia e la delusione di chi continua a notare che c’è qualcosa che non va, fa sì che la folla partenopea gli si scagli contro, in particolare se sono per primi i giocatori a ritenere opportuno un cambio di modulo. E’ stato Maggio il primo ad ammetterlo in queste ultime ore, la difesa a quattro dovrebbe favorire in fase di copertura e facilitare il gioco a chi forse non si è ancora abituato ad un centrocampo a quattro, nello specifico Gokhan Inler, a nome di molti, giornalisti e tifosi stessi, la vera e propria delusione di questa prima fase. Ma ora è arrivato il momento di mettere un punto e andare a capo. Di sicuro quello che dorvà cambiare non sarà l’allenatore, ma quanto meno la mentalità della squadra. Basta superficialità. Basta presunzione da prima squadra. Basta perdere la concentrazione. Insieme alla voglia di lottare e riguadagnare punti, ieri è tornato lui, Ezequiel Lavezzi. Dopo un mese di stop, è bastato l’ingresso in campo dell’argentino per dare velocità, profondità e un nuovo ritmo alla squadra. Con lui, unica nota positiva della partita con il Siena, Goran Pandev, che si è confermato per l’ennesima volta il miglior giocatore in campo di quest’ultimo mese. Lui, che mercoledì potrà approfittarne per stupire i suoi ex. L’Inter di Moratti tornerà al San Paolo in vista dei quarti di finale di Coppa Italia. Sembra un copione già scritto. Lo stesso dello scorso anno quando, arrivati ai calci di rigore, Lavezzi sbagliò dagli undici metri spedendo i suoi fuori dalla competizione. Stavolta si spera però in un lieto fine. Stavolta non sarà una gara qualsiasi, ma dovrà essere “la gara”, quella per ripartire con il piede giusto. Non c’è più tempo da perdere, la svolta non deve tardare ad arrivare. Ora è il momento di rimboccarsi le maniche e preservare tutto il fiato per dare il meglio di sè in campo.