Se si guarda per un attimo indietro, giusto un paio di anni fa, un pareggio così al Meazza, contro i campioni d’Italia, avrebbe avuto il sapore di un gran risultato. Ora, però, qualcosa è cambiato. Da un Napoli ancora in perfetta corsa Champions, e prossimo alla semifinale di Coppa Italia, ci si aspetta qualcosa di più, anzi, molto di più. Che le cose non vadano è ormai chiaro a tutti. Il campionato continua ad essere in fase di declino e salgono a quota cinque le partite in cui la squadra partenopea non riesce a riassaporare il gusto della vittoria. Una sconfitta pesante con il Genoa e pareggi con Bologna, Siena, Cesena e Milan. Sono undici i punti sprecati dagli uomini di Mazzarri, ma il tecnico livornese non riesce proprio ad ammettere che questi fallimenti iniziano a diventare fondamentali. Qui non si tratta più di stanchezza o sfortuna. Se qualche errore finora era stato perdonato, si inizia davvero ad essere stufi. Prestazioni deludenti, cali fisici che non si riescono a contare nemmeno su tutte e dieci le dita delle mani. Dopo l’ennesimo pareggio, a detta di Mazzarri gran risultato per i suoi, alla lista dei flop si aggiungono nuovi nomi. Oltre alle recenti critiche, mosse contro Inler e l’intera difesa poco attenta, le ramanzine toccano anche a qualche altro. Il primo, come si evince da quest’ultima gara a Milano, è il Pocho Lavezzi. I tifosi, e ancor di più la squadra, hanno bisogno di nuovo delle sue serpentine, di quella corsa che lasciava dietro intere difese. Sarebbe dovuta essere la sua partita, perchè sono proprio questi i campi che più lo esaltano e, invece, il Pocho non c’è. C’è chi, come Mazzarri, lo scusa e lo giustifica per la lunga assenza post-infortunio, chi invece, nonostante l’amore e la fiducia concessagli in questi anni in maglia azzurra, inizia a remargli contro. Ma non è l’unico a deludere. La poca lucidità ha preso piede ormai in casa Napoli e sembra non voglia uscire più. Lui, il bomber che l’anno scorso ha regalato traguardi importanti pare abbia perso la concentrazione del fuoriclasse. No che non lo sia più, perchè continua a dare tanto anche in fase di copertura, ma solo davanti al portiere non affonda più come una volta. La media gol sembra essere aumentata rispetto alla stagione precedente ma non è ancora abbastanza per uno che il gol ce l’ha nel sangue. La stanchezza inizia a farsi sentire anche nelle gambe di Maggio, che non ha più la corsa e il fiato di inizio stagione. Le prime di campionato erano state un trampolino di lancio formidabile per uno che, come lui, riusciva a far salire l’intera squadra.Era lui l’uomo chiave, quello capace di tagliare improvvisamente il campo e farsi trovare sotto porta. Invece ora è lì, quasi fermo ad aspettare, senza smarcarsi dall’avversario e posizionarsi dove meglio può. Caos è quello che regna in campo. Ormai si rischia ogni volta di regalare contropiedi agli avversari. Se si fa un buon possesso palla e si prova a costruire azioni da fermi si da il tempo all’intera difesa di risistemarsi in campo e, quindi, essere fermati al limite dell’area di rigore. Se invece si parte in contropiede mancano velocità e precisione per far si che la palla arrivi lì dove dovrebbe, in porta. Sembra quasi ogni volta tutto già scritto. Fasce bloccate, azioni macchinose e il gol che manca, o serve giusto a pareggiare i conti. Questa sarebbe dovuta essere la partita in cui dimostrare la rinascita e invece è un Napoli chiuso tutto nella propria metà campo, nei primi 45′, e un Napoli che, seppur in superiorità numerica dopo l’espulsione di Ibra, non è capace di sferrare il colpo vincente. C’è chi ancora si chiede a chi dare la colpa: la squadra, l’allenatore o la società? Sarebbe facile dare una risposta, ma in questo caso sembrano conivolte tutte e tre la parti. Qualcosa si è sicuramente rotto e il tempo sembra stia quasi per scadere. Quel terzo posto continua ad essere tanto lontano e non si può più sbagliare. Il campionato è ancora lungo, ma difficile che le altre commettano errori clamorosi come quelli delle ultime due giornate. Udinese sconfitta due volte: prima gelata dalla Juve, ora ci pensa la Fiorentina con un fenomenale Jovetic. Inter, annientata dalla Roma, perde all’Olimpico tre preziosissimi punti, dopo quell’unico riuscitosi a conquistare Mercoledì con il Palermo. Roma, invece, che sbaglia con il Lecce e si rifà con i nerazzurri. Lazio fulminata a Marassi dal Genoa, dopo aver fermato il Milan con un eccezionale 2-0 nella scorsa giornata. Nulla è più scontato in questo campionato e sono le “piccole” che stupiscono ogni volta. Tutti si chiedono quando sarà, e se ci sarà, la svolta del club di De Laurentiis. Per il momento ancora nessuna risposta. Seppur la rabbia e la delusione c’è un pubblico ancora pronto a stupirsi ed applaudire i suoi, perchè c’è ancora chi dagli spalti mette in mostra sciarpe così: “Noi con il tifo, voi con il cuore”. Esatto, è il cuore quello che, agli occhi di tutti, manca in campo.Per il momento, meglio accantonare per un attimo il campionato e focalizzarsi su quello che sarà il prossimo incontro: Siena-Napoli, andata di semifinale di Coppa Italia. E si spera che a scendere in campo sia un Napoli, tatticamente uguale, ma carico e lucido al punto giusto, pronto ad annientare chi li ha già fermati una volta.