Venerdì 16 dicembre alle ore 17 si inaugura ad Aversa, nel Complesso della Maddalena, la mostra fotografica di Giovanni d’Angelo, “Il Silenzio degli Occhi: Infernatoio“.
– L’incapacità o la non propensione a vedere quel che ci sta intorno. Le brutture e bellezze di luoghi e tempi, che pur palesandosi davanti ai nostri occhi, sono invisibili, celati dall’assuefazione ad una vita cieca e veloce. – il fotografo Giovanni d’Angelo descrive così i temi centrali del progetto “Il Silenzio degli Occhi”, che affronta e risolve in modo inaspettato nella mostra che inaugura il ciclo, intitolata “Infernatoio”, centrata sugli spazi dell’ex Ospedale Psichiatrico Santa Maria Maddalena di Aversa.
Dodici dittici che prevedono l’affiancamento di scatti realizzati nell’ex manicomio dismesso nel 1999 a ritratti di persone più o meno note che hanno prestato il loro volto al progetto (tra questi Mariella Nava, Fausto Mesolella, Maurizio Casagrande, Paolo Chiariello, Ettore De Lorenzo). Nella mostra, curata dallo storico dell’arte Maria Carmela Masi, l’allestimento fa parte del processo artistico, insieme alla musica e al teatro. I dittici fotografici sono esposti in contrapposizione e necessaria coesistenza, costringendo gli spettatori a variazioni della visione. – Per vedere davvero bisogna fare, non essere osservatori passivi – scrive ancora Giovanni d’Angelo, per questo il visitatore viene costretto a “fare”, a muoversi per osservare i diversi scatti e le loro reciproche relazioni, ridefinendo di volta in volta la giusta distanza tra sé e le immagini proposte.
La mostra verrà inaugurata il 16 dicembre alle 17 e sarà visitabile nei giorni 17, 22, 23, 29, 30 dicembre 2016; 5 e 6 gennaio 2017.
Biografia
Giovanni d’Angelo (Santa Maria Capua Vetere, 1974) sviluppa la sua passione per la fotografia attraverso un percorso eterogeneo. Dopo la laurea in fisica, lavora in ambito astrofisico e bio-ingegneristico, senza mai abbandonare la sua altra grande passione: la musica. Il viaggio alla ricerca del mezzo espressivo approda definitivamente alla fotografia nel duemila, quando le sue due anime – quella scientifica e quella artistica – trovano un punto di contatto e di sintesi. La fotografia del teatro di sperimentazione lo ha reso non solo attento alle sfumature bicromatiche e di colore, ma soprattutto alla ricerca della luce flebile, appena necessaria per liberare il soggetto dall’oscurità e dall’oblio. Attualmente sta lavorando al ciclo fotografico “Il Silenzio degli Occhi”, un progetto che ha come comune denominatore ritratti di volti ad occhi chiusi. Nel giugno 2016 ha tenuto una lectio magistralis alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Scuola di alta Formazione di Arte e Teologia di Napoli, presentando la sua ricerca applicata alla psichiatria e al trattamento della pazzia negli spazi manicomiali. La mostra qui presentata è l’esito di questo lavoro.
Ester Veneruso