Museo Archeologico di Napoli: riapre dopo 20 anni la sezione “preistoria e protostoria”

Il reparto di preistoria del Museo di Napoli era stato chiuso nel 1995 per procedere ad un allestimento. Da allora ne sono passati di anni, ma adesso finalmente abbiamo una riapertura. In esposizione, in ben 8 sale, ci saranno circa 3000 reperti che risalgono all’era del Paleolitico Inferiore, passando per l’Età del Bronzo e procedendo fino a quella del Ferro.

Parliamo dunque di un periodo che va dal X al VII secolo a.C; un percorso che avrà un’andatura lineare, seguendo in maniera ordinata tutto l’arco temporale rappresentato.

Gli utensili esposti, che raccontano di ben 450mila anni fa, sono appartenuti alle civiltà che hanno vissuto in Campania e in altre zone del Sud Italia. Dunque, sarà possibile osservare con i propri occhi, i nostri antenati come svolgevano le loro attività quotidiane, quali strumenti utilizzavano e come essi si sono poi evoluti negli anni, arrivando fino ai nostri tempi.

Sarà più semplice comprendere quanto, quelli che noi oggi consideriamo oggetti comuni, in realtà siano il risultato di lunghi processi evolutivi e che dietro ogni oggetto, anche quello che ci sembra essere il più banale, c’è una storia. Una storia che andrebbe scoperta, compresa, senza la quale noi adesso non saremmo questi.

Infatti, per la prima volta, a nostra disposizione avremo anche delle testimonianze concrete di come l’intelligenza dell’uomo si sia sviluppata anche nelle aree interne della Campania.

 

La mostra a cui sarà possibile accedere è stata realizzata, inoltre, in collaborazione con il Comicon 2020 sotto il titolo di “Moebius. Alla ricerca del tempo”, tematica principale alla base anche di questo altro grande evento.

Alessia Romano