Manca solo una gara per la fine di questo campionato, tra i più brutti dell’era De Laurentiis. Quella di ieri, contro l’Inter, è stata la 12esima sconfitta per gli azzurri. Settimo in Serie A, il Napoli affronterà la Lazio sabato, per poi concentrarsi sull’unica sfida che conta davvero, ossia quella di Champions League contro il Barcellona.
49 gol subiti, più di Hellas e Fiorentina. 58 fatti, meno anche di Sassuolo e Roma. Un’annata storta, condita da sfortuna, con 24 pali colpiti, ma anche da sviste arbitrali. Al Napoli, infatti, mancano circa 20 calci di rigore, ed è la terza squadra in Serie A con meno rigori a favore (4).
Una squadra costruita male: ad inizio anno, Ancelotti adattava diversi calciatori: da Callejon esterno destro di centrocampo a Fabian sulla fascia sinistra; Lozano prima punta e Insigne attaccante. Un 4-4-2 inadatto per la rosa partenopea.
L’acquisto di Lozano, il più costoso della storia del Napoli, si è rivelato fallimentare. Il messicano non ha mai inciso, né come esterno né come centravanti. Allan non è più il guerriero che spaventava attacco e centrocampo avversari. Manolas non è affidabile, poiché il greco è spesso infortunato. Senza bomber, poi, difficilmente si vincono le partite.
Che sia questa un’annata da dimenticare. Con 8 pareggi e 12 sconfitte, gli azzurri sono la delusione del campionato. L’unica gioia è la vittoria della Coppa Italia, con annessa qualificazione diretta in Europa League.
Manca poco, finalmente, alla fine della stagione. L’unica speranza è posta nella sfida dell’8 agosto, contro il Barcellona.
Salvatore Esposito