Spesso si dà poca valenza alle parole. Altre volte, invece, fanno più male delle botte. Se poi a giudicare è qualcuno che dovrebbe difendere i propri beniamini a spada tratta, allora si entra in un circolo vizioso senza fine.
Con l’avvento dei social, la critica è sempre pronta, e non più nascosta dietro l’angolo. Ne soffre Gattuso, che non si sente più a proprio agio. La stampa gli punta il dito contro, sempre, anche quando parla dei suoi calciatori che “smanettano” sul cellulare e danno troppo valore alle offese ricevute. Sono giovani e a giudicarli sono anche esperti del settore. E sono proprio quelli a ferire più di altri.
La squadra è con il mister, ed il mister ha dalla sua solo i suoi calciatori. Addirittura il presidente De Laurentiis si è seduto a tavolino con altri allenatori dopo le sconfitte contro Verona e Juventus. Nel mentre c’è (o c’era) un rinnovo del contratto, pronto per essere firmato.
Il Napoli, con la vittoria nella prima di ritorno di campionato, è quinto a -3 dalla Roma terza. E manca una partita. La super Atalanta è settima; la Lazio delle meraviglie è sesta.
Le parole di Gattuso, di impulso e di chi è ferito, fanno male a chi ama la città e la squadra. Non è accettabile che gli si parli contro male pubblicamente. O almeno, non è accettabile che lo si faccia così, senza freni. Il mister e i calciatori dovrebbero sentirsi a casa propria per lottare, sudare e difendere la causa. Invece vi è il risultato opposto, che porta conseguentemente disamore e indifferenza da parte di tutti.
L’esempio più lampante è il caso Lozano. Un anno fa è stato paragonato a Vargas, mentre ora è considerato quasi il nuovo Lavezzi. Si condannava Ancelotti per l’acquisto. Oggi c’è chi rimpiange l’ex allenatore. A far rumore, però, è chi scrive per testate importanti. È facile ignorare i “leoni da tastiera”. Più difficile è oltrepassare le parole di chi ha seguito, di chi va in televisione ed inizia il solito teatrino.
Ovviamente, anche se sembra banale ribadirlo, ci sono giornalisti che mai penserebbero di offendere i singoli calciatori (offendere, e non criticare negativamente, perché quella è un’altra storia).
Infine, è giusto ricordare che Gattuso è stato scelto da De Laurentiis. Se poi, a fine stagione, i risultati non saranno quelli desiderati, allora si sceglierà di guardare altrove per iniziare un nuovo ciclo. Intanto il mister lavora con serietà, a capo di una squadra tramortita dagli infortuni, con uno staff che mai si è affacciato sul mercato in entrata. Le responsabilità andrebbero addossate ad altri.
Salvatore Esposito