Anche il MANN riapre le porte e porta avanti un progetto espositivo molto bello che ad ottobre si è interrotto causa continue restrizioni covid 19.
Il progetto della Sirena digitale è stato promosso dal museo archeologico di Napoli e vede la collaborazione con il Dipartimento di scienze sociali di Napoli dell’Università Federico II, l’Accademia di Belle arti, il centro di produzione Studi RAI di Napoli e il finanziamento da parte della Regione Campania.
Perché una Sirena? Sappiamo tutti della leggenda della sirena Partenope e della sua infinita bellezza, della nostra Napoli che è la città partenopea e del cuore, luogo di un popolo che vive la frenesia e l’incanto del mare, alle spalle dell’incantevole Vesuvio. Napoli è musica e passione, canto e arte infinita, bellezza e nostalgia e una sirena col suo canto può farla rinascere ogni volta che ci sono delle difficoltà. Un po’ come in questo periodo dove regna l’incertezza.
L’installazione delle Sirena Digitale è rivolta alla promozione della ricerca scientifica e musicale e alla valorizzazione dell’arte anche in versione digitale.
Proprio in contemporanea alla riapertura dei musei, è stato reinserito il contest Scatta un selfie con la sirena, ogni visitatore potrà così vivere un’esperienza unica e affascinante.
La Sirena, la cui installazione è su piramide olografica, canta le canzoni della tradizione napoletana come Malafemmena e Reginella sia in versione napoletana sia in inglese e cinese. Abbraccia tutti i popoli, le culture del mondo, è una sirena multiculturale, proprio come la città partenopea, amante da sempre dell’incontro e dialogo tra più culture.
Passare dal disegno alla scultura all’ologramma è un processo artistico che ha visto la fusione dell’arte classicamente intesa e delle competenze digitali che in questo periodo stanno rinnovando il linguaggio artistico e culturale suscitando studio, interesse e curiosità. Il coordinamento scientifico del lavoro è stato svolto e seguito da Lello Savonardo e Luigi Gallo. La performance della Sirena e la ricerca musicale sono svolte da Francesca Fariello.
Il museo archeologico si tinge così non solo di statue e gruppi scultorei ma anche di musica e poesia, note e canzoni di una Napoli sempre in movimento e fermento culturale.
Teresa Beracci