E’ diretta e senza esclusione di colpi l’attacco della Procura di Napoli che, proprio nelle stesse ore del confronto con ex direttore dell’Avanti, Valter Lavitola, rinchiuso con i pm nel carcere di Poggioreale, invia la Finanza a Palazzo Chigi. Ben otto sono le ore di fitto interrogatorio a partire dalle 14 di ieri per Valter Lavitola che, tra mezze frasi, ammissioni e marce indietro messe a verbale dai Pm, sarà risentito a breve sempre nel carcere di Poggioreale. I Pm partenopei, infatti, ritorneranno ad incrociare lo sguardo di Lavitola tra qualche giorno proprio per verificare attentamente il tracciato di notizie del latitante.
Valter Lavitola, consapevole della gravità della sua posizione dopo mesi di latitanza a Panama, risponde agli incessanti quesiti di otto ore d’ interrogatorio di cui cinque solo riguardo alle accuse napoletane . La sua partita con la giustizia italiana, infatti, è ancora aperta e, dal Carcere di Poggioreale, si ragiona sulla truffa dei fondi dell’editoria e un presunto sacco da 23 milioni di euro, ma si discute anche di corruzione internazionale e di soldi e regali che sarebbero stati offerti al presidente della Repubblica panamense nell’ambito di un accordo intergovernativo. Si parla d’appalti, strappati per la costruzione di carceri modulari nello Stato del centro America, di due vicende, secondo i pm partenopei, strettamente collegate collegate tra loro: editoria e affari internazionali.
Inviati a Palazzo Chigi, i militari della GdF si sono presentati negli uffici del Dipartimento per l’editoria e, sempre nella giornata di ieri, hanno sequestrato due milioni e 500mila euro, fondi destinati all’Avanti per il 2010 e non ancora erogati. Già lunedì mattina, infatti, Lavitola aveva consegnato alla Procura i propri cellulari, la sua agenda elettronica e probabili documenti di viaggio che, da sempre, accompagnavano la sua latitanza. Il vademecum, che sarà esaminato dal pool di pm guidato dal procuratore aggiunto Francesco Greco e al gip Dario Gallo, vedrà imputato Lavitola che, come dichiarato fin dal principio, non si sottrarrà ai quesiti dei magistrati.
Una domanda attanaglia in questi giorni le menti dei magistrati: come è riuscito l’editore Lavitola e, prima ancora di lui il senatore Sergio De Gregorio, a ricevere fondi per 23 e passa milioni di euro per l’Avanti? E non solo. Secondo le accuse dei pm Francesco Curcio, Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli, sarebbero milionari anche i contratti di pubblicità macinati nel 2008 dalla International Press, come quello firmato da Forza Italia nel 2008 ,vicenda che coinvolge in veste di testimone anche Sandro Bondi, oltre agli spazi pubblicitari acquistati sempre sull’Avanti dalla società Sorem. Insomma una vicenda spinosa e ricca di colpi di scena quella che coinvolge l’ex direttore dell’Avanti che, a breve, potrà fornire dettagli utili ad una magistratura partenopea intenta a scoprire celermente tutti i retroscena riguardo la truffa.