Una delle colonne di Napoli, tra i più noti ed i più citati nel panorama artistico si chiama Antonio De Curtis, in arte “Totò”.
E grazie alle repliche che di continuo vediamo in televisione in merito ai suoi film che il ricordo di quest’ultimo è ancora vivo in moltissimi napoletani e non solo. Spesso però il continuo riproporre una stessa pellicola, finisce per svalutare quello che di straordinario ed inimitabile hanno i suoi racconti.
Ormai, i film che sono ancora in grado di rendere partecipi il pubblico, sono quelli che hanno un cast composto da attori molto empatici, capaci di attirare lo spettatore alla visione fino all’ultimo secondo. Parliamo della recitazione misurata di “Gino Cervi in Il Coraggio, Walter Pidgeon in I Due Comandamenti, Totò e Marcellino, Totò e Carolina, Lo smemorato in Collegno, e tanti altri.
Ci sono lavori nei quali il regista e lo sceneggiatore sono stati in grado di gestire Totò in maniera adeguata: come: Totò le Moko, Totò Contro I Quattro, La Banda Degli Onesti, ecc.
Ma per il resto? Il buio più totale.
È ormai abbandonata la sua casa natale nel Rione Sanità, dove è presente solo una targa con le sue origini riportate, realizzata dalla gente del quartiere come ricordo in suo onore. Sono proprio questi, a non capire come sia possibile che un luogo dove è cresciuto un monumento della nostra Napoli, possa essere così trascurato, con un pavimento che rischia di crollare e zero finestre.
Nel Palazzo dello Spagnuolo, in Via delle Vergini 19, c’è un museo a lui dedicato che però non si presenta come un ambiente completo e degno del ruolo che porta. I lavori all’interno non sono terminati ed il restauro che doveva esser supportato anche dal materiale che i suoi familiari e la figlia Liliana De Curtis hanno conservato da Roma a Napoli.
La domanda che sarà lecita fare a tutti i lettori in merito a quanto scritto poc’anzi, è: “Che cosa avrà fatto di male, il nostro Totò per meritare questa poca accortezza nel curare tutto quello che appartiene al suo ricordo?”
Una è la verità, ovvero quella di essere nato in una città come Napoli, bella da lasciare senza fiato ma allo stesso tempo cruda e difficile. Un attore, un talento così raro e difficile da dimenticare, meriterebbe una collaborazione più attiva da parte della sua città per far sì che il suo museo possa diventare luogo accogliente per tutti i turisti ed i visitatori, vogliosi di avventurarsi in una vita piena di successi e storie come quelle del nostro immenso Totò.
Marianna Amendola