I latini la chiamavano Res Publica e intendevano dare con l’unione di questi due sostantivi (alla lettera cosa pubblica) il significato – tra gli altri – di affari pubblici e quindi trasversalmente di arte della politica. Nel corso dei secoli quello del “politicante” è diventato sempre più un vero e proprio mestiere, redditizio e (a certi livelli soprattutto) assolutamente da privilegiati, e nella storia recente del nostro paese addirittura ha sconfinato i reali livelli dell’ onestà della carica assunta e della coscenziosa amministrazione dello Stato e preso purtroppo la direzione subdola degli interessi personali che hanno portato – nella stragrande maggioranza dei casi – dritto e senza scorciatoie alla corruzione e all’inquinamento dell’originario concetto puro e casto di servitori ed amministratori dei beni (e servizi) della collettività.
Ma questa è storia risaputa anche ai bambini e vecchia almeno quanto i sampietrini di via Marina e nessuno mai si scandalizza più sui casi di corruzione e del marcio della politica. Corsi e ricorsi della storia da tangentopoli ai giorni nostri e infatti oggi la Lega docet! Il vecchio detto che dice di non lasciare mai soldi o merce di valore agli occhi di politici (stessa sorte che nel calcio tocca agli juventini) non fallisce mai. Ma non si faccia di tutta l’erba un fascio altrimenti si rischia poi di diventare qualunquista.
Infatti oggi giorno vi sono politici che non riescono (poveretti) ad arrivare a fine mese e a condurre un’esistenza dignitosa. Chi lo avrebbe mai detto eh? Ebbene si, dalla dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2010 si evince, innanzitutto, che il più ricco e benestante nel Consiglio Comunale di Napoli è lo sconfitto ultimo candidato a sindaco Gianni Lettieri che guida saldamente la speciale classifica dei paperoni di Palazzo San Giacomo con un reddito di oltre cinquecento mila euro (l’esponente del Pdl figura nel CdA di otto importanti società).
Per quanto riguarda, invece, il primo cittadino la soglia scende di parecchio rispetto all’ultimo sfidante, ma di certo anche De Magistris non si lamenta con i suoi centomila euro, così come non può certo definirsi un poveretto il Presidente del Consiglio Comunale Raimondo Pasquino che con 150 mila euro circa riesce dignitosamente ad arrivare a fine mese in questo periodo di crisi dove per davvero ci sono cittadini che fanno salti mortali per trovare le fonti necessarie per vivere e peggio ancora chi un lavoro non ce l’ha o lo ha perso a causa proprio degli sperperi della politica.
Andando avanti e rileggendo i dati pubblicati sul sito del Comune di Napoli relativi alle dichiarazioni dei redditi degli inquilini di Palazzo San Giacomo non mancano le sorprese e c’è chi dichiara per esempio il giusto e chi addirittura non dichiara nulla. Si va dagli ottomila euro fino ad arrivare ai duemila e ai mille per poi trovare chi ha dichiarato zero assoluto. Non c’è che dire, la politica dà, la politica toglie, poi il mestiere del furbetto non poteva risparmiare certamente il settore dei servitori dello stato.