Il capo della direzione musei del ministero della Cultura Massimo Osanna ha fatto il punto sull’attuale situazione dei siti archeologici in Campania. A partire da Pompei è infatti in corso un programma di manutenzione che, si spera, venga esteso su molti altri siti della regione. Osanna ha parlato in occasione del nuovo anno accademico della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio dell’Università Federico II di Napoli.
Durante l’inaugurazione l’ex direttore del Parco Archeologico di Pompei ha spiegato: “La nuova sfida che mi attende è di portare le best practice pompeiane in tutti i musei e i siti archeologici italiani, con progetti di manutenzione programmata che deve essere esteso a tutti i siti. E’ necessario avviare le operazioni di manutenzione in tutti i parchi archeologici e i musei, un’operazione su cui spero di intercettare anche i fondi del Recovery Plan con cui cominciare un processo virtuoso di manutenzione, che ora si fa in pochi luoghi. Molti siti dei beni culturali versano in condizioni critiche, parlo anche dei musei, il ciclo di manutenzione è attivo solo nei grandi musei e invece ovunque serve l’intervento sistematico, la digitalizzazione dei dati”.
L’intervento è poi proseguito toccando toccando il tema Covid19: “Le decisioni sulle chiusure sono politiche che dipendono dal Cts, bisogna ascoltare gli esperti. Io spero che presto potremo aprire, come il ministro ha annunciato, anche nel fine settimana. Si pensava potesse accadere già il 27 marzo, io speravo molto che accadesse prima di Pasqua. Ora però la situazione della pandemia non è ottimale, quindi non ci resta che monitorare la situazione e attendere”.
Infine il messaggio agli studenti che si apprestano ad inserirsi nel settore dei beni culturali: “E’ un mestiere bellissimo che va fatto in squadre interdisciplinari, per questo è importante questa giornata in una scuola che forma architetti, che ti prepara a operare sul campo in team con restauratori, informatici. Perché solo con squadre complesse si vincono sfide complesse come quelle della manutenzione di Pompei”.
Giovanni Gravoso