Food Hacker dal ‘’Foodporn al Foodlove’’

Per chi nasce e vive in Campania, il cibo non è solo un attimo fugace, una sosta tra un momento qualsiasi della quotidianità e l’altro. Non è soltanto un bisogno primario che in qualsiasi modo e tempo, deve essere soddisfatto. È invece molto altro, è l’essenza stessa della vita, della socialità, della cultura e della tradizione. Comunicare il food in Campania quindi non è un qualcosa di facile, è estremamente complesso, le tecniche, le strategie che attori del settore come: Sonia Peronaci, Luciano Pignataro di Luciano Pignataro Wine Blog, Flavia Corrado, conosciuta al pubblico dei social come ‘’Zia Flavia Food’n Boobs’’, Valentina Castellano e Karen Phillips del blog ‘’andiamotrips’’. Questi vanno ad adottare, per entrare nelle case e nel cuore di chi li segue, non sono un qualcosa che nasce per caso, bensì scelte ponderate e ben congeniate. IL Prof. Alex Giordano, direttore scientifico di RuralHack, insieme ai suoi studenti del corso di Marketing e pubblicità della Federico II, in accordo con il corso di Comunicazione d’impresa della Prof.ssa Giustina Orientale Caputo e il corso di Teorie e Tecniche della Comunicazione del Prof, Lello Savonardo, cercano attraverso il progetto FOODHACKER dal “Foodporn” al “Foodlove” di carpire, scorporare e analizzare a livello empirico le strategie comunicative dei food blogger. L’obiettivo sarà raggiunto tramite delle interviste che vedono protagonisti proprio i maggiori food influencer del momento, ogni mercoledì alle 17.00 sulla pagina Facebook di Identità Insorgenti, Rural Hack e dei suoi partner mentre trovate tutti gli approfondimenti sulle puntate sul sito www.agrifoodtoday.it. FoodHacker è un format realizzato da RuralHack nei programmi di ricerca/azione portati avanti con il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in partnership con AgriFoodToday, Museo Vivente della Dieta Mediterranea, Identità Insorgenti, La Nuova Ecologia, Osservatorio Giovani e con il supporto di Europa Today, NapoliToday, Societing4.0 e PIDMed. Dai Bigdata, possiamo imparare finalmente e non essere sempre e solo usati come merce dai e nei meccanismi capitalistici dei social media. Possiamo dai dati comprendere di food a 360 gradi e guardare le varie trasformazioni che lo attraversano attraverso varie sfaccettature. Tutto questo interrogando i protagonisti del settore e utilizzando le piattaforme social in piena padronanza e coscienza. E se prima della Pandemia a tavola con i social ci si poteva macchiare del peccato di estraniarsi, oggi è arrivato il momento di usare l’infosfera per restare più vicini e rimanere più uniti.

Giuseppe Mugnano