“Questa settimana niente campionato, c’è la sosta”.
La sosta delle Nazionali, quell’elemento misterioso che domina l’andamento del nostro calcio. Durante il corso dei campionati ci sono alcune interruzioni che servono a radunare i migliori calciatori di una Nazione e farli giocare appunto nell’apposita Nazionale. Questo effetto di totale distrazione potrebbe essere ammesso solo nel caso di qualificazioni a competizioni importanti come il Mondiale o il campionato Europeo, dove nell’ultima edizione ha visto vincere la nostra Italia.
Invece per motivi ancora sconosciuti o legati a situazioni di business, il campionato viene interrotto diverse volte l’anno costringendo le squadre a recuperare le partite con turni infrasettimanali. Inoltre i propri tesserati sanno di dover effettuare voli e partite talvolta in zone non molto comuni o addirittura con viaggi molto lunghi, solo qualche ora prima di riaggregarsi al gruppo per poter svolgere la rifinitura pre gara.
Diversi Presidenti di squadre blasonate stanno cercando di ridurre questi appuntamenti per preservare nel miglior modo possibile i propri tesserati. La preoccupazione dell’effetto sosta è proprio l’alta probabilità che i calciatori possano infortunarsi prima di incontri importanti. L’infortunio secondo le stesse società potrebbe essere dovuto alla diversa tipologia di allenamento e carichi di lavoro. La preparazione di una squadra inizia già dal periodo estivo e viene bilanciata secondo gli obbiettivi della stessa società. Andare invece a stravolgere la preparazione tecnico fisica dei tesserati può portare come dicevamo prima a infortuni oppure stanchezza in eccesso.
Perché non ridurre queste soste oppure cercare di raggruppare le partite in un’unica soluzione a fine campionato?
Probabilmente la risposta è come dicevamo prima legata a questioni di sponsor e diritti Tv. Nel frattempo tante squadre si vedono prelevare i propri campioni e in alcuni casi, ritornano prima della fine del ritiro Nazionale con qualche acciacco o problema che li renderà indisponibili al loro dovere principale.
Diego Marino
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