Rione Sanità: l’origine del suo nome si collega a due ipotesi. La prima fa riferimento alla salubrità del luogo, infatti un tempo questa zona di Napoli era piena di boschi e di sorgenti d’acqua; l’altra ipotesi richiama presunti miracoli che si diceva fossero avvenuti per le preghiere che ai defunti nei cimiteri del luogo
Il territorio, fu utilizzato come cava per l’estrazione del tufo, la tipica e giovane pietra vulcanica, dal colore giallastro, porosa, modellabile e non eccessivamente pesante. Successivamente fu destinato a necropoli da parte dei greci e dei romani, anche se pare che siano stati ritrovati insediamenti anche di epoche precedenti e a catacombe paleocristiane, le più antiche dopo quelle di Roma.
Il Ponte della Sanità, che sovrasta il Rione e deturpa la bellissima Basilica sottostante con i suoi pilastri, fu costruito per volontà di Gioacchino Murat durante il suo breve regno a Napoli nel decennio del colonialismo francese in Italia, per avere il collegamento diretto tra il Palazzo Reale, di Largo di Palazzo oggi piazza del Plebiscito e la Reggia di Capodimonte, evitando possibili attentati della Popolazione plebea e sofferente, durante il transito della carrozza reale per la vecchia strada passante per il quartiere.
La riscoperta del Rione Sanità, quale fenomenale scrigno di meraviglie architettoniche, di opere d’arte, chiese del 700, ipogei greci e costruzioni romane, palazzi nobiliari, ha dato la possibilità ai volenterosi Giovani del quartiere, riunitisi in associazioni culturali, di realizzare attività per la loro occupazione e il riscatto del territorio. Tra le opere di maggior rilievo storico e architettonico è certamente la basilica seicentesca di Santa Maria della Sanità, fulgido esempio del riconosciuto barocco napoletano. Situata nell’omonima piazza, fu opera dell’architetto Frate Nuvolo ci sono le Catacombe di San Gaudioso. Il Principe de Curtis, in arte Totò, nato nel Rione, alla via Santa Maria Antesaecula, trasse ispirazione dai suoi affreschi per creare la famosa poesia La Livella.