Se un giorno il silenzio, curato dalla giornalista Ileana Bonadies, raccoglie ventuno immagini in bianco e nero del fotoreporter Cesare Abbate – scattate a Napoli durante il primo lockdown che ha investito l’Italia intera – e dieci racconti, scritti da Alessio Arena, Mimmo Borrelli, Antonella Cilento, Amalia De Simone, Alessio Forgione, Franco Arminio Eugenio Lucrezi, Lorenzo Marone, Donatella Trotta e Massimiliano Virgilio, suggeriti ad altrettante foto che compongono il reportage.
Lo scritto raccoglie ventuno fotografie mentre dieci scrittori raccontano il tempo sospeso della pandemia.
Un’antologia a cura di Ileana Bonadies: un’esperienza che ha segnato le nostre vite e le nostre città. L’elenco di trasformazioni indotte nelle nostre vite dalla pandemia causata da Covid19 è lungo e certamente provvisorio. Ognuno di noi, interpellato sull’argomento, osserverebbe un aspetto particolare che potrebbe esserci sfuggito o nel quale potremmo riconoscerci.
Se un giorno il silenzio è una trattazione coerente con l’accaduto e il vissuto e non è, quindi, allo stato, plausibile in questo momento. Ci possiamo limitare, credo, a semplici osservazioni generali.
La crisi pandemica ha avuto un impatto devastante sulle nostre vite, miliardi di vite! Ci ha costretto a modificare quasi tutte le nostre abitudini. I nostri comportamenti hanno dovuto fare i conti con l’esigenza di proteggere noi stessi e i nostri cari.
Il volto delle grandi città è improvvisamente cambiato e ha consentito al vuoto e al silenzio di riempire ciò che risulta, in genere, già tremendamente pieno. Ed ecco, dunque, l’importanza di un’antologia come Se un giorno il silenzio, Edizioni San Gennaro.
Un’antologia che ci racconta i giorni duri della chiusura e delle paure mai superate; le fotografie producono testimonianza e restano documento.
Ci sarà un tempo che dovremmo affrontare nel suo insieme, per ripercorrere tutto, per capire nel profondo quello che è stato; per prepararci verso il futuro che potrebbe riproporre simili stati e condizioni, se di nuovo il pericolo asfissiante tornasse ad abitare fra noi. Volando nei cieli del Pianeta azzurro colorandolo di grigio e di morte e di sofferenza dura.
Se un giorno il silenzio si dovesse perdere per sempre e ci dovesse succedere di dimenticare “il tempo sospeso della pandemia”, il tempo vissuto con il non vissuto, ecco che le voci, lo scritto e le immagini degli autori, che hanno generato l’antologia, sarà il fulcro dove potremo appoggiare le leve del ricordo per donarci le possibilità reattive e le condizioni favorevoli dell’esperienza e del vissuto.
Se un giorno il silenzio dovesse tornare nelle nostre vite pubbliche e in quelle private, la memoria di quello che abbiamo saputo inventarci, per non perdere la voglia di andare avanti, potrebbe essere davvero un supporto importante. Forse unico, certamente utile e sicuramente adeguato e collaborativo.
Se un giorno il silenzio dovesse ridiscendere fra di noi, ecco che le parole conservate e apprese, ci potrebbero ricordare i mille legami che abbiamo scoperto e rinforzato, proprio mentre ci apparivano negati. .
Con una scelta chiara e netta, Ileana Bonadies ci ricorda che è stato importante: “Far uscire il libro a chiusura del duro 2020. Abbiamo voluto segnare in qualche modo un momento e un passaggio in cui abbiamo scoperto quanto possiamo e dobbiamo essere responsabili verso gli altri e verso il mondo. Abbiamo voluto, anche grazie alle fotografie, bloccare alcuni momenti che, nelle nostre città, sarà davvero difficile rivedere o soltanto immaginare. Ecco, se un giorno il silenzio si dovesse manifestare di nuovo, abbiamo una traccia per affrontarlo; oppure, se saremo più fortunati e nulla di questo accadrà ancora, avremo costruito uno strumento per ricordare un’esperienza che sembrerebbe altrimenti quasi incredibile”.
Il libro è stato realizzato con il patrocinio morale della Fondazione Premio Napoli e il sostegno dell’associazione BLab. I proventi saranno interamente devoluti in beneficenza, a supporto delle attività di ricerca condotte dalla Fondazione Telethon e dalla Lega del Filo d’Oro, il cui operati da sempre sono legati alla solidarietà e all’impegno nei confronti di chi sarebbe altrimenti destinato ad un isolamento assoluto.