Si parla di una riflessione nata in Canada verso la fine degli anni ’70 e particolarmente sensibile ai legami, intesi in senso sia personale, sia comunitario, spingendo in senso inverso rispetto ai dati di una società in continua accelerazione, nonché alquanto ingegnosa nel cercare gli escamotage necessari a lasciarsi alle spalle il peso dei rapporti che non funzionano.
Il pensiero riparativo propone non solo di rallentare, ma anche di fare ritorno al proprio passato con occhi diversi.
Testimoni d’eccezione di questa conversione, che è etica e spirituale allo stesso tempo, sono: Agnese Moro,Adriana Faranda e il padre gesuita Guido Bertagna S.I., a loro è stata affidata la conferenza di apertura, che ha avuto luogo giovedì 23 febbraio alle ore 17:00.
I tre relatori, impegnati da più di quindici anni in un lavoro di riparazione, che vede coinvolte numerose vittime e responsabili della lotta armata, hanno testimoniato un’esperienza che parla in maniera eloquente il linguaggio di una riconciliazione possibile.
Il 3 e 4 marzo prossimi si terrà l’evento di due giorni dal titolo “Il lavoro di riparazione”.
Oltre che a dar voce a esperienze personali, i relatori coinvolti nel convegno daranno voce alle discipline scientifiche. La riparazione è dunque letta alla luce della filosofia e della teologia, senza dimenticare l’apporto delle scienze sociali, giuridiche e della psicoanalisi.
Lo scopo della manifestazione consiste non solo nel divulgare un’iniziativa, ma nel disseminare una cultura capace di portare nuova linfa per le relazioni umane più sofferenti.