Il nuovo singolo di Neré, intitolato LAVA, è un potente grido di ribellione e rinascita che affonda le radici nel simbolo per eccellenza di Napoli, il Vesuvio. Il vulcano, icona maestosa e minacciosa, è l’emblema perfetto per rappresentare l’energia sotterranea che ribolle e si agita, pronta a esplodere. Come il Vesuvio, Neré sembra assopita, ma la sua musica è una forza inarrestabile, carica di emozioni che toccano temi profondi e universali, dalla crisi climatica alle disuguaglianze di genere.
Un messaggio chiaro e viscerale Fin dalle prime note, il brano cattura l’attenzione con un messaggio diretto, che mette in evidenza la necessità di affrontare le problematiche sociali con la stessa forza dirompente di un vulcano in eruzione. L’immagine del Vesuvio diventa simbolo del fuoco che ribolle non solo nelle viscere della terra, ma anche nel cuore di una società che troppo spesso preferisce ignorare i propri problemi, nascondendoli sotto il tappeto anziché affrontarli.
Neré, attraverso la sua musica, denuncia l’indifferenza nei confronti del riscaldamento globale, un tema già trattato nei suoi brani precedenti. In LAVA, il fuoco diventa metafora della rabbia per una società che si rifiuta di agire, non solo verso la natura, ma anche verso le disuguaglianze sociali e di genere.
Il fuoco delle disuguaglianze di genere Il brano si concentra anche sulle differenze tra i sessi, rappresentando l’ombra di una donna che ha finto per troppo tempo che tutto andasse bene, solo per mantenere la pace. Neré affronta l’ombra della paura che accompagna ogni donna quando cammina da sola di notte, l’ombra di uno Stato assente e quella di una società che preferisce chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie.
La musica di Neré è un invito a resistere, a difendersi dagli attacchi e a credere nelle proprie capacità, anche quando vengono sminuite. Nei suoi post sui social, l’artista esprime la sua rabbia verso una società che opprime la natura, tratta la donna come un essere debole e la confina nel ruolo di vittima.
Un’immagine forte nel videoclip Nel videoclip del brano, Neré offre una visione scioccante e toccante: una lapidazione. Un’immagine che denuncia la violenza estrema a cui ancora oggi le donne sono sottoposte in alcune aree del mondo, come in Medio Oriente e Sud Africa. È anche un chiaro riferimento al celebre verso del Vangelo di Giovanni, “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”, un’accusa contro l’ipocrisia di chi giudica senza guardare i propri errori.
Questa immagine finale è un forte messaggio contro la violenza di genere, contro chi prevarica e pretende rispetto senza offrirlo. Il brano è un inno contro il perbenismo che vuole la donna tranquilla e silenziosa, relegata a un ruolo secondario. In LAVA, Neré dichiara che il suo posto è ovunque, tranne che nel silenzio.
Il rap matriarcale e l’empowerment femminile Il suono tribale del brano, unito a un mantra karmico, sembra segnare l’inizio di un nuovo capitolo, un’ora di giudizio imminente. Neré sintetizza nel suo rap matriarcale l’energia che si sta diffondendo con l’aumento dell’empowerment femminile, un movimento che continua a crescere e a dare voce a donne di tutto il mondo.
La cantautrice si dice soddisfatta del fatto che sempre più donne stiano prendendo voce e mostrando la loro vera essenza, al di là degli stereotipi. Per Neré, questo non è solo una moda passeggera, ma una vera e propria esigenza del momento storico che stiamo vivendo.
Un’esplosione di verità La recente ondata di proteste e richieste di giustizia, come quelle scatenate dopo la tragica morte di Giulia Cecchettin, ha aperto un vero e proprio “vaso di Pandora”. Come la bocca di un vulcano, la verità esplode in una LAVA di rivalsa. Neré, con la sua musica, getta le basi per un futuro più equo, in cui le differenze tra i generi non siano motivo di oppressione, ma di rispetto e valorizzazione.
LAVA è disponibile su tutte le piattaforme digitali, mentre il videoclip è visibile sul canale YouTube e Vimeo dell’artista.
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