Che risulti, spesso e volentieri, antipatico non c’è il minimo dubbio. Che ci giochi sopra, potrei dire beffardamente, è altrettanto vero. E del resto il titolo della trasmissione, pare lo abbia scelto apposta, sta lì a dimostrarlo. Mi è capitato di vedere “L’Antipatico”, il nuovo format Tv condotto da Lorenzo Crea e in onda il Mercoledì su Canale 8 e Gt Channel, e lo trovo un abito sartoriale cucito addosso al giornalista.
Non è il ragazzino di belle speranze e faccia tosta d’un tempo, Crea ha acquisito una solida esperienza in questi anni e la differenza con le prime trasmissioni televisive che conduceva agli inizi della sua carriera, si vede tutta.
E’ il padrone di casa che ti apre le porte della sua dimora mettendo subito in chiaro che quello spazio è suo.
Si va bene, gli ospiti (ieri Borrelli e il giornalista Del Gaudio de il Mattino) sono importanti e reggono perfettamente l’idea di base del programma ma il vero protagonista è lui. L’antipatico.
Questo ex giovanotto di 38 anni che ha molto goduto, celebri le sue feste megagalattiche e le conseguenti polemiche che alcune di queste hanno scatenato, e altrettanto sofferto. Lorenzo ha perso il Padre (Enzo, grande avvocato democristianissimo) e la Madre (Graziella Pagano, mitologica leonessa della politica napoletana e nazionale). Ma questo dolore non ha scalfito la voglia del nostro di fare cose, di costruire situazioni, e di dimostrare probabilmente più a se stesso che la vita va avanti.
Ho conosciuto Lorenzo anni fa, e ne ebbi un’impressione binaria. Da un lato l’intemperanza costante, il non essere diplomatico, la vena presuntuosa e saccente di un giovane vecchio. Dall’altro, inutile negarlo, l’incredibile capacità di fare pubbliche relazioni, la velocità con la quale passa dal pensiero all’azione. Lo si è visto durante il Covid, quando le sue dirette nelle quali tentava di spiegare i famosi DPCM di Conte (e il green pass di Draghi) erano seguite da migliaia di cittadini che gli facevano ogni tipo di domande fino a tarda notte.
Un format social che ebbe un successo incredibile.
Non posso dire che siamo amici in senso stretto, ma probabilmente questo “distacco” mi consente di scrivere questo piccolo ma sincero “elogio dell’antipatico”.
In una epoca in cui si rincorrono i consensi, i like, gli applausi o come diavolo volete chiamarli questo ex enfant prodige dell’emittenza locale cerca di fare un’operazione del tutto diversa: una trasmissione che non parla alla pancia delle persone, che non rincorre furori populisti, che anzi cerca di istituzionalizzare anche la fiamma più accesa (l’ultima domanda a Borrelli ne è una prova), beh merita di essere apprezzata e per quanto possibile sostenuta.
Si capisce che c’è un lavoro anche tecnico di qualità (le luci, la scena, le immagini, i tagli) ma soprattutto c’è la passione per il ragionamento, per l’analisi non retorica e pomposa delle questioni in campo. Certo il conduttore non ha scarsa autostima, si piace e neanche poco. Ma sono peccatucci veniali che si possono, in fondo, anche perdonare.
Probabilmente i sorrisi falsi, ostentati, talvolta costruiti da bravi o pessimi chirurghi plastici iniziano a stancare.
Che sia giunta l’epoca degli antipatici? In bocca al lupo a Lorenzo e alla sua avventura.