Benevento, Avellino e infine Napoli. Prosegue il viaggio in camper di Matteo Renzi, sfidante di Pierluigi Bersani alle primarie del Partito Democratico, e stavolta ha fatto tappa in Campania con tre appuntamenti importanti nel giro di poche ore.
Saluti e strette di mano. Senza scorta il sindaco di Firenze ascolta i problemi della gente, ad Avellino in particolare è circondato dagli ex operai Irisbus, e non si tira indietro. Risponde alla stampa e dedica un minuto del suo tempo a tutti i cittadini che incontra per strada. Molti esponenti del pd campano e simpatizzanti, ma anche amministratori, giovani, pensionati e curiosi; incontrare di persona il famoso “rottamatore” del resto non è cosa da tutti i giorni. I discorsi nelle varie province e dulcis in fundo nel capoluogo durano poco più di un’ora.
“Riprendiamoci il nostro futuro. Questo è il senso dello slogan Adesso! Perché il nostro futuro non deve aspettare”, sostiene a gran voce Renzi. Gli incontri cominciano con la parodia di Crozza, che imita il “giovane” Renzi con in mano un peluche nei panni di vicesindaco. “Bisogna cambiare questo paese. Tanti si lamentano, protestano, ma poi non hanno il coraggio di rimettersi in gioco. Noi ci stiamo provando e siamo convinti si possa cambiare”, ha sottolineato. “La rottamazione che proponiamo è quella del vecchio modo di fare politica. Per me il politico svolge un ruolo al servizio dei cittadini per un determinato periodo di tempo. E sottolineo, per un periodo di tempo determinato passato il quale deve lasciare spazio ad altri”, ha affermato.
Il suo intervento è intervallato da immagini e da spezzoni di film: un omaggio alla coppia Benigni – Troisi tratto da “Non ci resta che piangere” – la parte in cui il frate ricorda al protagonista che deve morire, perché appunto “noi non vogliamo più sentire che dobbiamo morire” ha evidenziato Renzi, o i sotterfugi legati al tema dell’evasione di Cetto la Qualunque. Infine il discorso di Will Smith sui sogni dal film “La ricerca della felicità”.
“Se perdo, posso rassicurare tutti, non andrò in parlamento; non fonderò un mio partitino e non accetterò nemmeno il premio di consolazione”, ha commentato il candidato democratico. “Non sono qui per chiedervi di votarmi – ha chiarito – ma per chiedervi di ridare una speranza al nostro paese, di tornare a credere che la politica non sia solo una parolaccia”.
Matteo Renzi è padrone del palcoscenico, da politico e grande comunicatore incanta il pubblico con il suo carisma e la sua ironia, e come sempre strappa applausi. Affronta temi importanti come i fondi europei, le infrastrutture, l’occupazione femminile, i discorsi sui tagli, i vitalizi e le auto blu,cita il patto di stabilità definendolo “patto di stupidità” e si sofferma sulla questione rifiuti.
A chi gli domanda di Bersani il sindaco risponde con il garbo e la diplomazia che da sempre lo contraddistinguono: “Non partecipo alle primarie per parlare male dei miei competitor – ha sottolineato Renzi – ma per parlare bene di cosa vogliamo fare per l’Italia”. “Stimo Bersani, e poi non parlo male nemmeno dei miei avversari politici, figuriamoci di chi fa parte dello stesso partito”, ha evidenziato.
A D’Alema invece non le manda a dire, e risponde con schiettezza alle sue ultime dichiarazioni : “Ha detto che se vince Renzi finisce il centrosinistra? Se vince Renzi finisce la carriera parlamentare di D’Alema, la qual cosa secondo me non coincide con la fine del centrosinistra”.“La rottamazione – ha spiegato – non è il desiderio di fare a meno degli anziani, ma di chi da troppi anni occupa lo stesso posto”.