Dopo la pausa natalizia si riapre il campionato con una attesissima Napoli – Roma, in programma il 6 gennaio al San Paolo, e toccherà a Mazzarri riannodare i fili di questo Napoli al quale ha conferito, con il suo lavoro, una identità tattica strettamente personale restituendo alla squadra il senso dell’orgoglio, il senso dell’appartenenza alla maglia azzurra bagnata di sudore. Il momento è fortemente delicato in quanto ci sono in ballo le sorti di un intero campionato, per cui il Napoli non può fare a meno del suo allenatore. Di quell’ allenatore che da 4 anni centra tutti gli obiettivi prefissati ad inizio campionato. Il trend raggiunto è certamente positivo, ma non si possono fare miracoli con delle seconde linee non all’altezza, non in grado di colmare i gaps che si creano durante il campionato o che non offrono prestazioni degne per poter essere validi sostituti dei titolarissimi. Bravo nel modificare l’atteggiamento tattico durante le gare passando da un iniziale 3-5-2 che rende la squadra più aggressiva ad inizio partita ad un 4-2-3-1 incaso di difesa di un risultato positivo, Mazzarri è un allenatore decisivo per il raggiungimento degli obiettivi desiderati dai tifosi: lo Scudetto od un buon piazzamento in zona Champion. Una ripresa di campionato, quindi, non facile per Mazzarri e il suo staff perché, a prescindere dai moduli o dalle condizione fisiche di qualche titolarissimo, il Napoli arriva ai nastri di partenza o “ripartenza” privo di Capitan Cannavaro e del fedele Grava per la squalifica di 6 mesi comminata ai due difensori per l’omessa denuncia della presunta combine Samp – Napoli del 2010, con un Salvatore Aronica già a Palermo e con una difesa da ridisegnare completamente perché i Fernandez, Uvini e Rosati di turno insieme a Vargas sembrano destinati ad altri lidi avendo fallito tutte le prove d’appello a loro concesse. L’appello accorato della tifoseria più accesa è rivolto alla proprietà affinché possa acquistare durante il mercato di riparazione di gennaio, quei 3 o 4 elementi di spessore necessari al rafforzamento della squadra. E’ inconfutabile la costatazione che al Napoli manca ancora qualcosa per poter essere inattaccabile e per poter sferrare l’attacco finale per la conquista del primo scudetto dell’era De Laurentis. Proprio dal presidente ci si aspetta l’acquisto di quelle pedine necessarie al salto di qualità perché il Napoli non nasconde le ambizioni della società, dei tifosi, della città. E che il 2013 sia finalmente l’anno buono, ce lo auguriamo tutti. E poi, se non adesso, quando?
Gabriele Esposito