La scossa forte preannunciata da Mazzarri, alla vigilia di partite importanti prima di quella di venerdì 1 Marzo che vale un campionato, non ha sortito alcun effetto considerate le prove incolori con il Viktoria Plzen e la Sampdoria. Purtroppo, il protagonista di questa ultima settimana sportiva non è stato il calcio né tantomeno il pubblico, criticato per il non consueto sostegno alla squadra e per i fischi nelle fasi di gioco più critiche, bensì il Turn over (bestia nera del Mister) che ha caratterizzato le prestazioni di un Napoli non all’altezza, nonostante i rinforzi del mercato di gennaio. Ma la lotta per lo scudetto, certamente, non è finita a -4.
Il primo marzo, giorno della grande sfida, la Juve e il Napoli non si incroceranno o si sfideranno, se mi è consentito il calembour, ma si scontreranno per la conquista del trofeo più prestigioso. Migliorati i doppi ruoli con i nuovi innesti, recuperati Berhami ed Insigne, lo scacchiere azzurro è completo. Mazzarri dovrà preparare la partita senza mezzi termini, consapevole che quella con la Juve è la partita della vita e questa volta la giochiamo noi contro gli altri e non viceversa. Il Napoli che affronterà la Juve dovrà essere a trazione anteriore, pressing esasperato e giusta cattiveria agonistica dovranno essere le armi per una serata delle grandi imprese. 60.000 cuori azzurri cingeranno d’assedio lo stadio più azzurro del mondo e l’urlo del San Paolo dovrà annichilire, spaventare gli avversari che dovranno sentirsi sul collo il fiato dei guerrieri di Mazzarri.
L’arena partenopea non dovrà essere un “ inferno “ come viene definito lo Juventus Stadium ma una fossa di leoni. Sì, 11 leoni che dovranno azzannare le zebre juventine senza pietà. A Napoli, si sa, il calcio è passione e proprio la passione dovrà essere il valore aggiunto che dovrà far salire l’adrenalina della squadra azzurra. Il Mister non dovrà temere di osare, la sfida è all’ultimo sangue e parafrasando Maggio:” O adesso o mai più”!
Unico neo, nell’attesa del big-match di venerdì primo marzo, la rapina a Marek Hamsik. Conoscendo il giocatore sul piano psicologico non avrà gli effetti desiderati, ma è un episodio che fa male alla città e ai napoletani che non li terrà lontani dai propri beniamini.
Gabriele Esposito