La Procura di Napoli, a seguito della totale distruzione di numerosi locali a causa d’un fortissimo incendio divampato ieri nella Città della Scienza, ha avviato un’inchiesta e disposto il sequestro dell’intera area. Il museo, quasi completamente distrutto, questa mattina è stato visitato, per un sopralluogo congiunto, da polizia, pompieri e magistratura.
L’ipotesi – non ancora supportata da fonti ufficiali – parla di dolo, di gesto simbolico contro la città, anche se non si tralascia nessuna pista, compresa l’attenzione a livello internazionale che la struttura della Fondazione Idis suscita da anni. Numerosi sono stati i messaggi di solidarietà da parte di organi istuzionali non solo italiani, ma di tutto il mondo. I social network, letteralmente presi d’assalto da migliaia di messaggi e lettere, continuano in queste ore a sfornare una richiesta: che s’avvii al piu’ presto la ricostruzione di un’area che era e, si spera, sempre sarà “il fiore all’occhiello” della scienza e della tecnologia campana.
– Dopo i roghi, la distruzione, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, twitta: “Ore drammatiche per Napoli, questa notte sono stato tra città della scienza distrutta e gli sfollati della Riviera di Chiaia. Un momento in cui c’è bisogno di grande impegno e solidarietà”, mentre Città della Scienza e i suoi vertici parlano chiaro: “si continuerà, come si è sempre fatto, a svolgere le nostre numerose attività nelle sedi a monte di via Coroglio che non hanno subito danni, e che sono pari a circa un terzo della struttura”.
L’imponente struttura, realizzata su progetta dell’architetto Massimo Pica Ciamarra, è fonte di reddito per ben 160 persone e, prima dei roghi di questa notte contava strutture all’avanguardia sia scientifiche che tecnologiche, come il Museo interattivo, con un planetario, centro congressi e di formazione, un incubatore d’impresa oltre alla struttura della Fondazione Idis, controllata dal comune di Napoli e dalla regione Campania. La Città della Scienza però, soprattutto negli ultimi anni,ha vissuto non poche tensioni, attenuate a seguito dell’esternalizzazione di alcune funzioni strategiche, lentamente riportate alla gestione della società pubblica, con successo e positivi risultati.
A seguito del disastro, il vice presidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella, dichiara apertamente la sua solidarietà e sostegno al Comune di Napoli e alle autorità di gestione che avevano raggiunto, con questa iniziativa, straordinari risultati in termini tecnologici e d’avvicinamento del mondo giovanile alla scienza e alla ricerca.
L’invito di Pittella al Comune di Napoli e a noi partenopei è forte: “Non mollate! le tante imprese che stanno nascendo grazie al supporto pubblico nell’area di Bagnoli dovranno unirsi, questa volta velocemente e con determinazione, solo ed esclusivamente al fine di restituire alla città uno dei patrimoni piu’ importanti degli ultimi anni in termini didattici, tecnologici e scientifici. Le nuove generazioni hanno bisogno non solo di una struttura unica nel suo genere, com’era la Città della Scienza, ma soprattutto d’un esempio per quanto riguarda la giustizia che, sono convinto, La Procura di Napoli farà rispettare, facendo luce al piu’ presto sull’accaduto, punendo in maniera esemplare i responsabili”.