Sono forti e lasciano il segno non solo fisicamente le “lesioni” di Gianni, il ragazzo che a seguito della rissa avvenuta lo scorso fine settimana a Bagnoli, ha deciso di denunciare i suoi aggressori. Non è stata facile questa decisione per Gianni, che insieme al suo amico Domenico non poteva e non voleva lasciar correre, lasciar perdere tutto,anche la dignità, come spesso si fa a Napoli per paura di rappresaglie.
Gianni è seduto in commissariato e racconta passo dopo passo, parola dopo parola, l’accaduto agli inquirenti: “Mi hanno ridotto davvero male – racconta Gianni – Sono stato due giorni in ospedale, solo per questo non ho potuto denunciarli prima”. Dieci giorni di convalescenza e trauma cranico, cinque sono i punti di sutura che Gianni ha dovuto sopportare per un semplice “no” detto ad un parcheggiatore abusivo. Tanti, troppi sono infatti i parcheggiatori abusivi a Napoli, alcuni piu’ “agguerriti” di altri, fin troppo spietati nel “far pagare” con ogni mezzo la loro “tassa” a decine di indifesi cittadini. Sono forti, sono tanti e controllano palmo a palmo ogni territorio ritenuto utile, imperversando senza freno lungo il litorale flegreo, imponendo una sorta di “tassa della tranquillità” agli avventori dei locali di Bagnoli. Chi non paga, se va tutto bene, si ritrova il più delle volte con finestrini della propria auto in frantumi.
Ma se va peggio, come è capitato a Gianni, puoi ritrovarti in una rissa, vittima in un attimo, finendo all’ospedale con la testa spaccata. Tutto è veloce e accade in pochi minuti a Gianni che, poco dopo la mezzanotte dello scorso sabato sera, insieme al suo amico Domenico e alle rispettive ragazze, trovano parcheggio a pochi metri dall’entrata dell’Arenile. Sono fortunati, il posto è libero ed è difficile trovarlo a quell’ora, di sabato.
Domenico però, come spesso accade nelle zone ricche di locali, viene subito avvicinato da un ragazzino che pretende cinque euro per la sosta. Domenico è infastidito dall’insistenza, dai modi di questo piccolo abusivo e cerca di non dargli troppo peso ma, una volta ricevuto il rifiuto, il ragazzino replica: “ah non vuoi pagare? Aspetta un attimo…“. Pochi sono gli istanti, altrettanto pochi sono i metri che separano altri sette parcheggiatori dall’ignaro Domenico che prima viene accerchiato e poi malmenato addirittura con una stampella. Partono schiaffi, pugni, spintoni, il tutto sotto gli occhi terrorizzati di decine di persone, e anche di Gianni che, a questo punto, decide d’intervenire per aiutare l’amico in difficoltà.
Gianni prova a sedare la rissa, ma viene assalito dal branco e colpito più volte alla testa con la stampella. “Ero sotto choc – ricorda Gianni – Ero a terra, sanguinante e continuavano a colpirmi. Non si fermavano più. È stato terribile. Le ragazze piangevano. Mi avrebbero ammazzato per cinque euro. È assurdo”.
A Napoli, a Bagnoli, è un vero e proprio gioco di potere, un forte sistema di “controllo del territorio”, quello che i parcheggiatori abusivi adottano nei confronti di cittadini ignari, costretti a pagare se non vogliono passare “un brutto quarto d’0ra”. Il piu’ delle volte gli abusivi hanno alle spalle i forti interessi della criminalità organizzata, capace di ricavare denaro dalla sosta selvaggia.
Umberto Frenna, proprietario dell’Arenile, racconta le dinamiche dell’enorme Buisness del parcheggio abusivo: “Può fruttare circa 8mila euro in una sola serata, se si considera che quest’area d’estate è frequentata da quasi 10mila persone. È da dieci anni che chiediamo al Comune un maxi-parcheggio. Siamo anche disposti ad investire nostri soldi e a pagare nei weekend gli straordinari alla polizia municipale per avere un maggiore controllo del territorio».
Dopo l’accaduto, allertati dalla pressante presenza degli abusivi in Via Coroglio, i Carabineiri di Bagnoli hanno bloccato 4 parcheggiatori abusivi attivi in via Coroglio. Una volta scoperti, multati e fatti allontanare però, i quattro potrebbero ritornare, anche dopo aver ricevuto la confisca dell somma complessiva di 260 euro in monete e monetine, provento dell’attività svolta illegalmente.