Le parole di Rafa Benitez in conferenza stampa da Dimaro aprono ufficialmente il ritiro azzurro in Val di Sole. Ore 15.30, il teatro di Piazza Madonna della Pace è pieno; l’attesa è tanta per la prima conferenza stampa della stagione del nuovo tecnico azzurro. All’esterno numerosi tifosi per seguire la conferenza su un monitor. Tanti i cori per Don Rafè. Ciò che più colpisce del tecnico spagnolo è la sua umiltà, la sua voglia di lavorare in prima persona per il bene della squadra, per vincere e per dare certezze ai tifosi azzurri. “Ho visto la reazione dei tifosi che mi piace tantissimo. Ora devo fare ciò che ho sempre fatto e rispondere. Lavorare tanto, vincere qualcosa, essere professionista serio e rispettoso. Loro devono essere sicuri che io farò il 100% per questa società” – esordisce Benitez, con tutta la sua simpatia. Quella c’è, e contagiosa. L’italiano anche: ricco ed abbandonate. La disponibilità pure. Rafa piace così. A pelle. E Napoli glielo dimostra col cuore in mano. Aurelio De Laurentiis si è accomodato lassù, quasi in ultima fila, discretamente e straordinariamente all’ombra di un pomeriggio caldo e afoso. Però è piaciuto lo stesso assai, Benitez, tanto che anche le domande non sono state impertinenti e malvagie. Di Behrami, che nell’allenamento del mattino ha maltrattato sulla fascia destra, ha detto: “Stia tranquillo, lo farò giocare sempre a sinistra“. Lui invece sta al centro del palcoscenico e si diverte a cucirsi idealmente la bocca quando gli si domanda quale piatto trentino gradirebbe per soddisfare lui che è senz’altro una buona forchetta. “Allo Sport Hotel Rosatti mi vogliono viziare: provi, Mister, ad assaggiare questo, quello e quell’altro, solo un pezzettino. Io invece sono qui per lavorare anche sulla mia forma fisica e allora mi cucio la bocca fingendo d’essere già sazio“.
Per ora niente finferli o capriolo con polenta, ma tanto, tantissimo 4-2-3-1, il modulo che Rafael Benitez più gradisce. “Alternativamente si può anche giocare col 4-4-2 o con la difesa a cinque come feci con il Liverpool nei quarti di finale di Champions League del 2005 contro la Juve battuta per 2-1”. Parla della Juve e non del Milan che sempre in quella stagione mise sotto nella famosa finale di Istanbul. Forse perchè anche lui ha capito che l’avversario numero uno del Napoli è e sempre sarà la Signora del Conte Antonio. “Ogni stagione è diversa. La Juve è stata forte negli ultimi due campionati e lo sarà anche nel prossimo. Ha lavorato bene sul mercato, ma anche il Milan e la Fiorentina non sono da trascurare. E pure la Roma. E anche l’Inter”.
Dribbla con astuzia le domande di mercato e lo confessa: “Nomi non ne faccio e non posso far altro. Sono cose tra me, il presidente e Bigon. Certo è che non cerchiamo il giocatore di nome che piaccia alla stampa e che entusiasmi le folle, ma vogliamo il giocatore di qualità che faccia al caso nostro”. Parole di soddisfazione per i nuovi acquisti: “Mertens e Callejòn li abbiamo presi proprio per questo: ci serviranno, eccome, a fare goal”. E riusciranno anche a non far rimpiangere la partenza del Matador? “Cavani è ancora un nostro giocatore. Ora ha solo un permesso, come Maggio e Gargano che hanno giocato nella Confederations Cup. C’è ancora tempo…”. E gli si è allungato il naso. “Non stiamo cercando un attaccante da 40 gol all’anno – ha provato a salvarsi in corner – perchè non è facile trovarlo. In compenso Insigne, Pandev, Hamsik, Callejòn e Mertens più un sesto possono fare più gol di Cavani tutti insieme”.