Non mi permetto di entrare nel merito della questione della Terra dei Fuochi, nè di tutto quello che succede ogni giorno in quelle zone, nel nostro territorio, a pochi chilometri da Napoli, a pochi minuti da quel Lungomare che qualcuno definisce liberato quasi come lo avesse creato lui, Vesuvio compreso. Non entro nel merito della canzone del rapper, poi neanche napoletano, Rocco Hunt che proprio sulla questione, molto più grande di noi, della Terra dei Fuochi, vince Sanremo nella categoria dei giovani. Io entro nel merito del solito auto-vittimismo contorto e quasi becero dei napoletani, dei campani tutti, che non si indignano contro un Italia, unita con la ‘sputazzella’, che non vede l’ora di parlare di noi. Usando un’espressione tipica delle nostre parti, come ho già ribadito più volte… “ce’ tenen’ semp’ mmocc’?” (Parlano sempre di noi?). La risposta, purtroppo aggiungo, è: si! Devono parlare sempre di noi, in un modo o nell’altro. Devono sempre parlare della pizza, della mozzarella, il mandolino, poi ci mettono Maradona e qualcos’altro. Il problema è, che per “voi”, queste cose sono “nostre” solo “nostre”, purtroppo voi non le tenete, non siete nati a Napoli! Dovete sempre rappresentarci con la pizza che cola olio, o con il mandolino che con la maschera di Pulcinella strimpella qualcosa. Eppure voi queste cose non le tenete. Invidia? Forse. Ignoranza? Si tanta. Ma il problema non è questo, il problema è che anche tra di noi si insinua un gruppo di finti moralisti, di falsi perbenisti che non si indigna quando ci chiamano terroni, quando vogliono lavarci con il fuoco del Vesuvio (Montagna sacra degli Dei per i Greci). La colpa questa volta non è del calcio, delle partite, del campanilismo, del Nord che vuole vincere sul Sud. Qui il problema è serio, grave. Qui da noi ci sono quelli che non si indignano e vogliono fare i superiori. Ma noi già lo siamo superiori, per cultura, per intelligenza, ingegno, amore e ironia. Ci copiano, ci imitano, ci guardano, come dicevo prima, stanno sempre a parlare di noi. Ora quello che è successo con la solita frasetta ironica della Giallappa’s non deve per forza di cose “colpirci”, ma deve indignarci. (Ascolta le parole dette dai tre comici) Tutti, nessuno escluso. Il vittimismo non è quello dei napoletani “normali” ma di voi falsi perbenisti, che volete evitare di essere chiamati “vittime” e non alzate la voce, non alzate il vostro amore per una città nata cinque secoli prima di quella che siamo costretti a chiamare capitale di una nazione che certo noi non volevamo. Eravamo Capitale di un Regno che era grande quasi tutta l’Europa! Quei falsi perbenisti che ogni giorno lucrano e mangiano su una città che dovrebbe ribellarsi in maniera forte, facendo capire a tutti che Napoli è cultura, amore, storia, arte, genio e sregolatezza, passione, voglia di vivere e di regalare a chi la vede quell’attimo di eterno che ti ferma il cuore e che però ti abbraccia con il suo immenso calore!
Stefania Zizolfi