Orrore e sgomento, questi i sentimenti che esprime l’intera comunità cittadina per l’assurda vicenda accaduta al giovanissimo Vincenzo, di soli 14 anni, che dietro la porta di vetro dell’ospedale San Paolo ha lottato per quasi due giorni contro la morte. Ce l’ha fatta Vincenzo, non è più in pericolo di vita ora, ma la sua vicenda è un chiaro ed evidente grido d’allarme per tutta la comunità partenopea. Le sue condizioni, che attualmente restano critiche, sono il risultato di una lunga operazione durata sette ore che ha portato i medici ad asportargli il colon.
I fatti parlano chiaro: “Ora ti gonfiamo come una palla”, queste le parole ripetute al piccolo Vincenzo con superficialità, estremo cinismo e profonda incoscienza da tre balordi prima di seviziare il quattordicenne, ponendolo in pericolo di vita. Il “branco”, composto da tre ventiquattrenni, secondo le prime ricostruzioni avrebbe preso di mira Vincenzo perché “grasso” ed usato su di lui violenza con una pistola ad aria compressa fino a frantumargli l’intestino.
Vincenzo è arrivato in ospedale martedì, in fin di vita, ai genitori è stato riferito che era in ospedale per “cattiva digestione”, ma lo scenario che si trovano davanti è ben diverso: un autentico “orrore”, avvenuto in un attimo, in un autolavaggio, ad opera di tre giovani balordi del quartiere Pianura. A Vincenzo hanno soffiato aria nell’intestino con un compressore, per “gioco”, fin quasi ad ucciderlo perchè per loro, per i tre balordi, era grasso ed andava deriso e punito per questo.
Le parole della madre di Vincenzo non tradiscono amarezza, ma si placano alla speranza di una pena certa nei confronti di un atto ignobile e balordo: Quando sono arrivata qui ho capito che era qualcosa di molto più grave”, molti la vogliono far passare come una bravata, uno scherzo finito male, ma i tre ragazzi che hanno ridotto così mio figlio hanno ventiquattro anni e sapevano bene cosa facevano, hanno tentato di ucciderlo. E si meritano di finire sulla sedia elettrica. Devono pagare. Hanno rovinato la vita al mio bambino”.
Il fermato: E’ padre, il ventiquattrenne disoccupato che ha attentato alla vita di Vincenzo e che è stato fermato dagli inquirenti. E’ genitore di un bimbo di soli due anni il balordo che abita nei pressi dell’autolavaggio e “spende” lì gra parte della sua giornata. I parenti, che lo difendono a spada tratta, parlano inutilmente di uno scherzo finito male, anche se tanti sembrano leggerci una chiara intenzione lesiva nei confronti del giovanissimo Vincenzo. Oltre al fermato, sono indagati altri due coetanei, che lavoravano nell’autolavaggio e che hanno assistito alla scena sembra senza reagire o tentare di fermare la violenza dell’amico sul ragazzino. Attualmente i carabinieri lavorano per comprendere le esatte dinamiche della vicenda, i ruoi soprattutto, che hanno avuto gli altri due ragazzi presenti all’aggressione.
Complice anche la mania social: Uno dei due giovani denunciati per le sevizie, sembrerebbe per poter poi condividere la “bravata” sui social network, avrebbe filmato il quattordicenne mentre veniva deriso e gli veniva spruzzata aria compressa sul viso. Il cellulare, attualmente posto sotto sequestro dai carabinieri di Bagnoli e sarà sottoposto a perizia. Al momento i militari non lo hanno controllato e dunque non è ancora noto se il filmato esista effettivamente né, in caso affermativo, quali scene contenga. I tre giovani hanno precedenti per spaccio e reati contro il patrimonio.
No, non è uno “scherzo” usare violenza su di un ragazzino che ha dieci anni di meno, e per di piu’ farlo in tre. Non è uno scherzo usare un compressore, un attrezzo da lavoro, per “deridere” un ragazzo che è solo in sovrappeso. No, non siamo in guerra. Eppure oggi c’è chi ti prende, ti fa del male così, per gioco, e rischi la vita. Non c’è una seconda possibilità, la vita è una, così come la coscienza. La stessa che tanti non sembrano avere e, scambiandola con “pane e superficialità”, si svendono al prezzo del demenziale ghigno del momento. Perchè si sa che lo scherzo piu’ stupido è sempre sulla pelle degli altri. Violenza o stupidita? In tanti si sono fatti questa domanda, ma arriva inarrestabile, cresce e matura, un sentimento forte di rivalsa, di vendetta. Ma violenza genera violenza, per questo urge sicurezza di pene esemplari. Perchè lo stato non è fatto da una persona, ma “dalle persone”. Uomini e donne che chiedono giustizia per atti assurdi ed ignobili. Non è un gioco la vita, non è uno scherzo la dignità, e soprattutto è importante mantenere intrgra in tutti noi, nella nostra capitale partenopea, la speranza che “giustizia” non sia piu’ solo una parola, ma una realtà per tutti i cittadini liberi.