Antonella Leardi,un nome che a Napoli sinonimo di coraggio, un coraggio che va oltre il dolore per la perdita di un figlio, ha presentato ieri pomeriggio presso l’Antisala dei Baroni del Maschio Angioino il libro scritto dalla giornalista Vittoriana Abate : “Ciro vive” . Antonella, “mamma coraggio” del giovane Ciro Esposito, rimasto ucciso a Roma durante la finale di Coppa Italia, ha scelto consapevolmente d’informare tutti, giovani e tifosi, che la violenza è un’esperienza che offusca la bellezza dello sport e che poco ha a che fare con la parola passione. Antonella ha scelto, l’ha fatto in memoria di Ciro e continuerà a lottare affinchè cessino gli episodi violenti sia nello sport che nelle tifoserie.
La conferenza, che ha visto tra i conferenti, il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris e l’Avvocato della famiglia Esposito, Angelo Pisani, è stata incentrata soprattutto sulla storia del giovane Ciro Esposito, il ventinovenne rimasto ferito e poi morto in ospedale dopo oltre cinquanta giorni di agonia in seguito alla rissa avvenuta a Roma lo scorso 3 maggio prima della finale di Coppa Italia “Napoli-Fiorentina”, ricordando anche che episodi dolorosi, come quello accaduto a Ciro, devono far riflettere tutti, soprattutto i giovani tifosi.
Il libro parla inoltre dei durissimi momenti dell’accettazione delle conseguenze d’un episodio drammatico, ma anche la solidarietà ottenuta e della speranza che grazie all’informazione qualcosa possa finalmente cambiare nel mondo del calcio e delle tifoserie. Mai piu’ violenza, questa è la speranza per cui lotta una piccola grande donna, che ha deciso di rendere Ciro l’icona di una rinascita per il calcio e per le tifoserie. Lo sport deve tornare ad essere un momento di puro divertimento e condivisione, la violenza va combattuta ed eliminata parlando e discutendo senza paura, come fa Antonella.
Presente in sala, il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, dopo aver preso la parola non ha certo risparmiato parole forti per coloro che attaccano i campani, ed in particolar modo i napoletani, come unici e soli autori di atti scellerati e brutali, non solo nel calcio. Ricordiamo infatti che Ciro, proveniente da Scampia, il quartiere che da sempre porta con sé lo strascico di fatti di camorra, pagò immediatamente il prezzo di una dinamica non chiara ed associata ad una presunta “delinquenza”, un’associazione mentale nata solo perchè Ciro ed il suo gruppo era di origine napoletana. Una delinquenza presunta e totalmente errata quella partenopea, che vide invece i tifosi romani come unici e scellerati criminali, che armati fino ai denti, iniziarono i tafferugli quel maledetto 3 maggio. Ciro invece, vittima innocente d’una tifoseria malata e balorda, costituita spesso da personaggi disoccupati e fanatici, in cerca di sfogo per le loro frustrazioni sociali ed economiche, portava nello zaino – come ci ricorda mamma Antonella – soltanto una frittata di pasta e del casatiello.
Mentre il Presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, attacca con parole durissime l’unico responsabile secondo lui: lo Stato italiano. Non sono mancati i momenti di grande commozione tra la mamma, il Presidente De Laurentiis e l’avvocato della Famiglia Esposito, Angelo Pisani, che ricorda quanto siano importanti momenti come questi affinchè la città tutta possa far cessare, nella mente di chi la città la conosce solo attraverso articoli o TV, l’associazione sbagliata “Napoli uguale illegalità”.